E’ davvero un insulto alla cucina italiana? Per anni i celebri (o famigerati?) spaghetti and meatballs, onnipresenti negli Stati Uniti, specialmente nei ristoranti di Little Italy, hanno rappresentato uno dei tanti falsi miti della gastronomia tricolore all’estero.
Per molti italiani, infatti, spaghetti e polpette sono un connubio impensabile, accettabile sono nel film d’animazione famoso proprio per la scena della cena romantica fra i due cagnolini che condividono il piatto di pasta sulle note di “Bella Notte”.
Eppure, la ricetta era conosciuta già molti decenni prima, nei primi del Novecento, gli anni dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti. Erano persone povere, gli italiani in cerca di fortuna nella Grande Mela, che potevano permettersi ben poco e spendevano la maggior parte dei loro risparmi proprio per il cibo: spaghetti e pomodoro in scatola senza dubbio, fra gli alimenti più economici del tempo.
Poi il lavoro, la calorosa accoglienza americana e qualche soldo in più permise loro di cominciare a gustare anche la carne in America certamente più disponibile che in Italia, a partire dai tagli meno pregiati: il macinato, per esempio, dal costo più basso ma il sapore gustoso, soprattutto se mescolato con altri ingredienti e trasformato in sfiziose polpettine. Da aggiungere a quel sugo di pomodoro semplice, per arricchire il piatto e creare una cucina più sostanziosa, seppur non opulenta.
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